Sostenibilità
Ricci Curbastro: un’azienda sostenibile
L’Azienda pratica agricoltura sostenibile come naturale continuazione delle diverse pratiche di riduzione dell’impatto ambientale cominciate oltre trent’anni fa.
2017 è tra le prime nove aziende in Italia, prima in Lombardia, certificata come “Azienda Sostenibile” secondo lo standard Equalitas per il proprio impegno sotto il profilo ambientale, economico e sociale.
Dal 2017 l’azienda Agricola Ricci Curbastro ha deciso di avviare un programma per il raggiungimento della Certificazione secondo lo standard di sostenibilità SOPD Equalitas – SOSTENIBILITÀ DELLA FILIERA VITIVINICOLA: ORGANIZZAZIONI, PRODOTTI, DENOMINAZIONI DI ORIGINE (SOPD).
Allo scopo di perseguire la propria mission, la direzione aziendale ha stabilito, quale obiettivo di carattere generale, di sviluppare un’azione di miglioramento continuo dei processi e del prodotto, coinvolgendo nel progetto di miglioramento tutte le parti interessate, dal personale aziendale ai fornitori, alla comunità, perseguendo il raggiungimento del sottile equilibrio tra le varie esigenze, tra cui la piena soddisfazione del cliente, la ottimizzazione dei costi, la sicurezza del personale e dell’ambiente di lavoro, la creazione di rapporti di partnership con fornitori e comunità locale, il pieno rispetto dell’ambiente e la salvaguardia delle risorse.
“Il minor dispendio di risorse, l’aumento del benessere delle parti interessate e altri aspetti «classici» del concetto di sostenibilità debbono per me essere affiancati
da un elemento «originale» che risiede nel fatto di concentrarsi anche sulla prima parte della definizione di sostenibilità (cfr. Rapporto Bruntland), ossia la «garanzia dell’oggi», e quindi il mantenimento del risultato enologico prefissato, che non può passare in subordine ma deve avere la stessa dignità della seconda parte della definizione («senza compromettere il domani»).”
Riccardo Ricci Curbastro
“Le Tre Vite dell’Albero” (2022)
PERCORSO DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE, ECONOMICA ED ETICA
Da albero e barrique, da barrique a nidi artificiali costruiti dai detenuti dell’Istituto di Pena di Alessandria. Il ciclo virtuoso del legno all’insegna del recupero di persone e materiali.
Il legno di rovere di barili e barriques, che proviene da foreste demaniali francesi gestite in modo sostenibile, non è sempre facilmente riciclabile – i classici usi come tavolini o come fioriere scontano il limite di spazi spesso ridotti nelle abitazioni così come nei locali pubblici – e questo rischia di interromperne il ciclo virtuoso. Per noi in Ricci Curbastro si trattava di offrire a queste doghe di rovere una terza vita dopo la crescita in foresta che garantisce, grazie all’energia solare, lo “stoccaggio” nel legno dell’anidride carbonica così pericolosa per il riscaldamento globale e dopo l’uso per svariati anni come contenitore ideale per la maturazione dei nostri vini Franciacorta e Curtefranca.
Per avviare un processo di recupero di questo legname abbiamo aggiunto al concetto di sostenibilità ambientale ed economico il terzo pilastro, quello della sostenibilità etica. Le doghe dismesse, sapientemente lavorate nella falegnameria interamente gestita dai detenuti dell’Istituto di Pena di Alessandria sono state trasformate in nidi artificiali destinati ai vigneti aziendali per ospitare Cinciallegre, Codirossi e altri insettivori utili all’equilibrio naturale dei vigneti stessi andando quindi a chiudere un ciclo, quello del legno, nel più naturale dei modi.
Per questo scopo l’Azienda Agricola Ricci Curbastro ha attivato nel 2022 una collaborazione con la Cooperativa Sociale Idee in fuga, creata allo scopo di rendere produttivo il tempo dei detenuti dell’Istituto Penitenziario “Cantiello e Gaeta” di Alessandria. La falegnameria all’interno del carcere permette alle persone recluse di acquisire nuove competenze in grado di offrire opportunità di lavoro una volta terminata la pena ed è stata incaricata di produrre i nidi partendo dalle doghe.
I detenuti di Alessandria lavorano sei giorni su sette, affiancati dalla Polizia Penitenziaria e da esperti falegnami volontari con l’obiettivo di soddisfare ordini da tutta Italia recuperando materiali e promuovendo una economia circolare che utilizzi legno riciclato o scartato per difetti. Nel 2019 è stata anche avviata una falegnameria esterna per garantire ai detenuti in uscita di poter mantenere il rapporto lavorativo e garantirsi un reddito.
Dopo aver prodotto alcune decine di nidi artificiali per uccelli insettivori il progetto proseguirà studiando altri recuperi delle doghe.
Il Chilometro verde (2020)
Tra i campi coltivati del paesaggio agricolo italiano era frequente la presenza di siepi, alberature e boschetti popolati di vita animale.
Le necessità della meccanizzazione agricola e l’allargamento delle strade di campagna per far posto al crescente traffico hanno di fatto eliminato dal paesaggio italiano oltre il 70% delle siepi campestri. Eppure la funzione ecologica delle siepi è tanto importante da rendere di fatto impossibile un’agricoltura sostenibile senza la loro presenza. Come una membrana intorno ad una cellula le siepi hanno la funzione di isolamento fisico tra ambienti diversi, di filtro, di comunicazione per lo scambio di flora e fauna. Sono inoltre luogo di riproduzione dei predatori dei parassiti delle colture come gli uccelli insettivori, mammiferi quali il riccio, anfibi e rettili.
Siepi miste di ligustro, sambuco e biancospino sono particolarmente gradite alle api anche per la loro caratteristica di fornire nutrimento quando scarseggiano altri fiori da bottinare.
Abbiamo cominciato la nostra opera di restauro del paesaggio partendo, circa 20 anni fa, dalla siepe secolare di biancospino e gelsi che si trova proprio di fronte all’azienda. Coperta di edera e rovi aveva perso il suo fascino, il carattere originale, il genius loci e soprattutto rischiava di scomparire per il previsto allargamento della strada provinciale. Oggi è una preziosa cerniera tra la strada ed il vigneto, la cornice di una elegante fotografia del nostro paesaggio.
Da allora non ci siamo più fermati: il recupero della siepe di Adro lungo la Vigna Santella del Gröm e poi l’impianto di nuove siepi con 487 piante di Biancospino (Crataegus monogyna) messe a dimora insieme a Ginestre, Rosa canina, Corniolo, Ligustro, Crespino, Evonimo, Spino Cervino, Prugnolo per un totale di altre 150 piante.
Anche agli alberi abbiamo dedicato attenzione in filari lungo le siepi oppure nei boschetti conservati in azienda (4.000 m2 circa), Gelso bianco e Gelso Nero, Farnia, Ciliegio, Acero campestre, Carpino bianco, Castagno, Cerro, Frassino orniello, Rovere, Roverella, Sorbo ciavardello, Sambuco nero, Salice da vimini, Leccio, Pino austriaco. Sono 178 gli alberi impiantati dal 2012 al 2021.
È un lavoro che non si esaurisce, ogni anno siamo impegnati in potature di alberi e siepi -l’eleganza ha il suo prezzo- ma soprattutto ove nascono nuovi vigneti vengono previste nuove piantagioni.
Nel 2021 abbiamo raggiunto i 1000 metri di siepi ma ci sentiamo ben allenati per nuove sfide!
Energia dal sole per alimentare la cantina (2008)
Energia dal sole per alimentare la cantina.
Dal 2008 la cantina produce energia elettrica grazie a pannelli solari installati sul tetto. Dopo una prima esperienza di due anni per valutare l’efficienza di questo sistema nel Febbraio 2010 si è deciso di rendere l’Azienda Agricola Ricci Curbastro quasi indipendente dal punto di vista energetico installando pannelli solari in grado di produrre fino a 20 Kwh.
I pannelli perfettamente integrati nella copertura della cantina di vinificazione oltre a fornire elettricità garantiranno un ulteriore miglioramento dell’isolamento della stessa aggiungendo una seconda intercapedine areata al tetto.
I pannelli sono in grado di fornire circa 24.000 Kwh/anno, l’80% dell’energia consumata in un anno dall’azienda, considerando che la produzione di energia elettrica ad esempio da metano comporta la produzione di 0,57 Kg di CO2 (anidride carbonica) potremo arrivare ad un risparmio di circa 130 t di C02 non immessa nell’atmosfera.
Nel corso del 2023, la scelta di un nuovo investimento volto a potenziare ulteriormente l’impianto fotovoltaico esistente, con una nuova capacità pari a 30,3 KwH, che porterà la capacità produttiva aziendale di energia elettrica green ad un incremento del 50% e renderà possibile scaldare e raffreddare uffici e punto vendita quasi senza utilizzo di energia esterna, come gas o corrente elettrica.
La CO2 o biossido di carbonio (noto anche come diossido di carbonio o anidride carbonica) è un ossido acido formato da un atomo di carbonio legato a due atomi di ossigeno. È una sostanza fondamentale nei processi vitali delle piante e degli animali. È ritenuta uno dei principali gas serra presenti nell’atmosfera terrestre. Nel 2007 è stato misurato un contenuto di biossido di carbonio nell’atmosfera terrestre di circa dello 0,038% (≈ 381 ppm) in volume.
Nonostante la sua piccola concentrazione, la CO2 è un componente fondamentale dell’atmosfera terrestre perché – insieme al vapore acqueo ed al metano – intrappola la radiazione infrarossa della luce solare riflettendola nuovamente verso la superficie terrestre (il cosiddetto effetto serra) impedendo alla Terra di raffreddarsi. Sono stati i vulcani le prime fonti di biossido di carbonio atmosferico della Terra neonata, grazie ad essa si è potuto instaurare un clima favorevole allo sviluppo della vita. Oggi i vulcani rilasciano in atmosfera circa 130 – 230 milioni di tonnellate di biossido di carbonio ogni anno, ma questa quantità rappresenta meno dell’1% della quantità di biossido di carbonio totale liberata in atmosfera dalle attività umane, che è pari a 27 miliardi di tonnellate all’anno: 50.000 tonnellate al minuto.
Il principale metodo per smaltire enormi quantità di biossido di carbonio è la fotosintesi clorofilliana svolta dai vegetali: questo processo coinvolge luce, biossido di carbonio ed acqua trasformandoli in ossigeno e glucosio; consiste quindi nel piantare e/o preservare foreste. Questo è il modo più semplice economico e spontaneo, che praticamente avviene naturalmente sul nostro pianeta da quando esistono i vegetali. Un altro buon motivo per la scelta di tenere i nostri vigneti inerbiti, di piantare alberi e siepi.
Carbon footprint (2012)
L’azienda Ricci Curbastro ha affrontato in modo concreto una delle questioni ambientali più urgenti del nostro tempo: il cambiamento climatico.
La nostra passione per l’agricoltura e l’ambiente nel quale produciamo i nostri Franciacorta e la responsabilità che sentiamo di avere verso le prossime generazioni richiedono che si affronti in modo concreto una delle questioni ambientali più urgenti del nostro tempo: il cambiamento climatico.
La necessità di mitigare i cambiamenti climatici rappresenta oggi una delle maggiori priorità ambientali per la gravità delle conseguenze che il riscaldamento globale ha sui sistemi ambientali, economici e sociali. Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione del mondo politico per il problema e sono stati messi in atto strumenti economico-finanziari per ridurre le emissioni. Nello stesso tempo è aumentata la sensibilità dei consumatori che orientano sempre di più le loro scelte verso prodotti più sostenibili dal punto di vista ambientale.
Ricci Curbastro vuole essere parte della soluzione riducendo la propria domanda di energia, così come investendo nelle energie rinnovabili e in tecniche agronomiche e produttive che riducano le nostre emissioni nell’ambiente.
Attualmente, perciò, calcolare le emissioni di gas serra per un’azienda costituisce non solo un’azione virtuosa per il miglioramento della propria immagine aziendale ma un vero e proprio elemento di competitività sul mercato. Anche l’Azienda agricola Ricci Curbastro si è interessata a calcolare le proprie emissioni di gas serra, carbon footprint, non per il rispetto di obblighi legislativi, ma come strumento volontario per rendere ancora più evidente il proprio impegno ambientale e migliorare ulteriormente le proprie azioni in questo senso.
CALCOLO DELLE EMISSIONI DI GAS SERRA O CARBON FOOTPRINT
Lo strumento più efficace riconosciuto dalla comunità scientifica per calcolare le emissioni di gas ad effetto serra in ambito volontario è la Carbon Footprint. Si intende con Carbon Footprint il totale delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas ad effetto serra (GHG Greenhouse gas) associate ad un prodotto, processo o servizio lungo tutto il suo ciclo di vita.
Esistono diversi approcci al calcolo delle emissioni di gas serra, che si differenziano in base all’obiettivo e al campo di applicazione dello studio e all’ampiezza dei confini considerati.
Il calcolo può essere effettuato estendendo i confini del sistema secondo uno dei seguenti approcci:
- Approccio business-to-consumer: le emissioni di gas serra sono contabilizzate per l’intero ciclo di vita dalla fase di acquisizione delle materie prime e delle risorse naturali dall’ambiente, alla fase di produzione, alla fase di distribuzione, fino allo smaltimento finale;
- Approccio business-to-business: le emissioni di gas serra sono contabilizzate fino all’uscita dai confini dell’organizzazione, includendo tutte le emissioni a monte.
Nel nostro caso si è applicato questo modello, più adatto ad una azienda come la nostra che è presente su 18 mercati mondiali.
Si è utilizzato il calcolatore “Ita.Ca®” riconosciuto a livello internazionale da FIVS e WFA.
Il calcolo delle emissioni di gas serra è stato effettuato a livello di organizzazione dell’intera Ricci Curbastro che è stata monitorata dal 2010, valutando le emissioni associate alla filiera produttiva come, ad esempio, i trasporti quotidiani dei dipendenti dalla loro abitazione verso l’azienda, le emissioni energetiche (combustibili di origine fossile quali il gasolio ed elettricità consumati), le emissioni non energetiche (la CO2 utilizzata nei processi produttivi, il protossido d’azoto, N2O, liberato con le concimazioni inorganiche, gli alocarburi quali i gas frigoriferi utilizzati nei gruppi di refrigerazione della cantina), gli acquisti di tutti i materiali, quali pali e fili per il vigneto, pneumatici, olio, lubrificanti per i trattori, prodotti fitosanitari, rinnovamento del parco barrique, prodotti enologici, prodotti d’igiene, consumi d’ufficio, i materiali pubblicitari, l’acqua e via dicendo. I materiali di imballaggio quali bottiglie, tappi, capsule, etichette, cartoni, film plastici e pallet. Infine i viaggi in auto o in aereo per le attività promozionali dell’azienda.
Le principali fonti di emissioni considerate sono quindi state le emissioni dirette: provenienti da sorgenti di proprietà dell’organizzazione o direttamente controllate da essa. Le emissioni indirette da consumo energetico derivanti dalla produzione di elettricità, calore o vapore importati dall’esterno. Le altre emissioni indirette: emissioni diverse dalle emissioni indirette da consumo energetico, che scaturiscono da sorgenti di gas serra di proprietà o controllate da altre organizzazioni.
Il calcolo della Carbon Footprint è condotto secondo approcci normati riconosciuti a livello internazionale. Attualmente lo standard più diffuso per il calcolo delle emissioni a livello di organizzazione è costituito dalla ISO 14064-1. Tale norma specifica i requisiti per la misurazione, il monitoraggio, la rendicontazione e la verifica delle emissioni e delle rimozioni di gas ad effetto serra (GHG) a livello di organizzazione, indicando come obbligatorio il conteggio delle emissioni appartenenti alle prime due fonti (dirette ed indirette da consumo energetico) e come facoltativo il calcolo delle emissioni della terza categoria (altre indirette).
Le norme ISO 14064 hanno lo scopo principale di apportare credibilità e garanzia (trust) ai processi di rendicontazione e monitoraggio dei GHG, in relazione alle dichiarazioni di emissione da parte delle organizzazioni e dei progetti di riduzione delle stesse.
La ISO 14064 (adottata e pubblicata come norma nazionale UNI ISO 14064) è suddivisa in tre parti che posso essere utilizzate separatamente o come un utile insieme di strumenti integrati per rispondere ai differenti bisogni in materia di dichiarazioni e verifiche delle emissioni dei gas ad effetto serra:
UNI ISO 14064 – 1. Dettaglia i principi ed i requisiti per progettare, sviluppare, gestire e rendicontare gli inventari di GHG a livello di un’organizzazione. Include i requisiti per determinare i confini di emissione dei GHG, quantificando le emissioni e le rimozioni di GHG di un’organizzazione ed identificando specifiche attività dell’organizzazione volte a migliorare la gestione dei GHG. Sono inoltre dettagliati i requisiti del sistema di gestione e la guida sulla gestione della qualità dell’inventario GHG, la rendicontazione, gli audit interni e le responsabilità dell’organizzazione nelle attività di verifica.
La norma è utile per progettare e gestire gli inventari di GHG a livello di organizzazione (1° parte), i progetti di riduzione delle emissioni/aumento delle rimozioni (2° parte) e per dare i requisiti e i principi per l’operato di quegli organismi che svolgono attività di verifica e validazione dei dati dichiarati (3° parte).
La Carbon Footprint ci ha consentito di individuare le fasi più critiche del ciclo di vita della nostra filiera produttiva per intervenire dove ciò risulti più efficace. Gli interventi di riduzione futuri riguarderanno, ad esempio:
- riduzione dei consumi di materie prime e materiali ausiliari;
- riduzione dei consumi di energia e combustibili fossili;
- scelta di fornitori locali e promozione della filiera corta;
- riciclo o riutilizzo dei prodotti.
La riduzione alla fonte delle emissioni dovrebbe costituire la misura prioritaria per la mitigazione dei cambiamenti climatici e preliminare per l’adesione a qualsiasi programma di gestione delle emissioni che si applicherà in futuro, noi della Ricci Curbastro ci siamo portati avanti, è una questione di passione per il nostro lavoro di vignaioli.
Il 1 Febbraio 2013 siamo stati certificati come conformi alla norma UNI ISO 14064-1:2006 con questi risultati:
- L’emissione media netta per bottiglia venduta nel 2010 è stata pari a -1,907 Kg CO2 equivalenti.
- L’emissione media netta per bottiglia venduta nel 2011 è stata pari a -2,599 Kg CO2 equivalenti.
Nel 2011 abbiamo in pratica sequestrato CO2 per l’equivalente dell’azione di oltre 5000 alberi, ovvero circa 18 ettari di bosco.
Possiamo affermare con piacere che bere una bottiglia di Franciacorta Ricci Curbastro fa anche bene all’ambiente, e vi invitiamo a condividere con noi azioni sempre più responsabili, per esempio riciclando il vetro di ogni bottiglia dopo averla bevuta.
“Valoritalia Certificato n. 7693 il 01 febbraio 2013 UNI ISO 14064-1:2006”
Nel corso del 2023 l’Azienda Agricola Ricci Curbastro si è impegnata nell’acquisto di un software che possa consentire, attraverso l’inserimento dei dati raccolti, di calcolare su base annuale l’indice di impronta carbonica e idrica così da monitorare su base annuale le proprie emissioni.
Viticoltura biologica (2015)
Ecologia e rispetto per l’ambiente, ma non perché è di moda.
Una relazione speciale a tre vie: vite-uomo-natura.
Gestire i vigneti seguendo le linee della viticoltura biologica e sostenibile.
Fin dal 1992 abbiamo applicato il Reg. CE 2078/92 poi divenuto Reg CE 1257/1999 ed in particolare gli articoli 22,23 e 24 di quest’ultimo che prevedono le Misure Agroambientali ovvero “metodi di produzione agricola compatibili con le esigenze di protezione dell’ambiente e con la cura dello spazio naturale”.
In questi ultimi anni ci siamo impegnati con la cosiddetta “Misura F” di questo Regolamento nel praticare tecniche di coltivazione e concimazione di minore impatto, in pratica:
- non utilizziamo assolutamente più da oltre venticinque anni diserbi o erbicidi;
- i trattamenti della vite contro peronospora ed oidio sono stati fatti secondo un rigido standard che comprende pochi prodotti minerali e non di sintesi e secondo un calendario di interventi dettato dalla nostra capannina metereologica, quindi a necessità effettiva e non secondo un calendario prefissato che non tiene conto delle condizioni atmosferiche e implica maggiori trattamenti al vigneto;
- le concimazioni sono state fatte solo dopo analisi dei terreni e quindi secondo le effettive necessità del singolo vigneto;
- il suolo è stato inerbito tra i filari per ridurre le lavorazioni meccaniche, l’erosione, il dilavamento e restituire humus, attraverso il taglio dell’erba, al terreno stesso;
Lungo i nostri vigneti sono state mantenute o ricreate siepi, soprattutto di biancospino, e filari di alberi (gelsi, querce e castagni) così da ricostruire il paesaggio agricolo tradizionale ma soprattutto fornire ospitalità ad una fauna selvatica -insetti, uccelli, piccoli mammiferi- utile per la biodiversità e la lotta ai parassiti della vite. I nidi artificiali già posti in alcuni vigneti richiamano volatili tipici delle aree vitate, quali cinciallegre e codirossi. La presenza di questi insettivori nei vigneti con la loro attività predatoria verso insetti dannosi aiuta il lavoro volto all’equilibrio biologico e alla sua stabilità nel tempo.
Ma poiché non c’è fine alla ricerca del meglio dal 2015 abbiamo cominciato la conversione dell’intera azienda a biologico e nel 2018 abbiamo fatto la prima vendemmia con le prime uve di Franciacorta interamente biologiche.
Sempre il 2018 è stato l’anno della nostra certificazione secondo lo Standard di sostenibilità SOPD Equalitas – Sostenibilità della filiera vitivinicola: Organizzazione, Prodotti, Denominazioni d’Origine (SOPD).
Il risultato del lavoro del 2017 (certificato nel 2018) è riportato nel nostro Bilancio di Sostenibilità 2017, pubblicato anche on line.
Riciclo e raccolta differenziata (2016)
Riciclo dei rifiuti e raccolta differenziata.
Anche i tappi in sughero possono essere riutilizzati.
Per riciclo dei rifiuti si intende tutto l’insieme di strategie volte a recuperare materiali dai rifiuti per riutilizzarli invece di smaltirli in discariche o inceneritori.
Possono essere riciclate materie prime, semilavorati, o materie di scarto derivanti da processi di lavorazione che andrebbero altrimenti sprecate o gettate come rifiuti. Un esempio classico di riciclaggio in ambiente agricolo era la concimaia ove deiezioni e paglia e tutti gli scarti organici venivano trasformati in letame, concime organico per le coltivazioni.
Il riciclo previene lo spreco di materiali potenzialmente utili, riduce il consumo di materie prime, e riduce l’utilizzo di energia, e conseguentemente l’emissione di gas serra.
Nella nostra cantina da anni si pratica la raccolta differenziata di carta e cartone, vetro, plastica, ferro, alluminio, sughero.
Quest’ultimo viene riutilizzato per la produzione di pannelli coibentanti, infatti il tessuto tegumentale della Quercus suber, è costituito da più strati di cellule poliedriche, piene d’aria. Questa struttura naturale garantisce un insuperato materiale da coibentazione. Dunque tutti i tappi utilizzati vengono raccolti e inviati nuovamente al sugherificio per essere macinati e trasformati in pannelli.
Illuminazione Led (2010)
La cantina Ricci Curbastro sceglie l’illuminazione LED.
Progetto “Save Energy” per l’abbattimento dei consumi energetici in collaborazione con 360° Engineering.
Pannelli solari e LED per ridurre a zero il fabbisogno elettrico dell’azienda.
L’illuminazione a mezzo di lampade a LED permette un risparmio nell’ordine del 70-80% rispetto alle lampade tradizionali per questo motivo l’illuminazione dell’Azienda Agricola Ricci Curbastro è stata oggetto di un progetto di rifacimento che ha portato i consumi per illuminazione da 6000 W a 1400 W con un risparmio del 77%.
La tecnologia LED oltre al risparmio di energia elettrica e la conseguente riduzione dell’impronta carbonica:
- garantisce una lunghissima durata senza perdita di efficienza (oltre 50.000 di illuminazione);
- necessitano di bassa manutenzione, i corpi illuminanti funzionano a bassissima tensione (12 o 24 Volts) eliminando così il rischio di incidenti da fulminazione;
- hanno una bassissima emanazione di calore, particolarmente importante per rispettare la temperatura naturale della cantina anche quando vi si lavora per molte ore;
- producono luce bianca senza UV, i raggi ultravioletti, dai quali è bene proteggere le bottiglie di Franciacorta che sostano per anni in cantina prima di poter essere commercializzate;
- il loro smaltimento a fine ciclo non inquina, infatti non contengono gas o vapori e i loro componenti sono interamente riciclabili;
- nell’uso all’esterno non producono inquinamento luminoso poiché il loro fascio è direzionale e non disperde luce.
Il progetto realizzato in collaborazione con 360° Engineering di Concesio (Brescia) coniugato con la produzione di energia solare da pannelli fotovoltaici rende l’Azienda Agricola Ricci Curbastro interamente autosufficiente dal punto di vista dei consumi elettrici.
Meno acqua, meno energia, stesso benessere (2010)
L’acqua è vita.
Sappiamo tutti quanto questa risorsa sia essenziale per noi e per il nostro pianeta, ma ce ne ricordiamo solamente quando scarseggia.
Evitare gli sprechi è un dovere di ognuno. Attuando comportamenti responsabili e con semplici accorgimenti possiamo risparmiare buona parte dell’acqua che consumiamo per soddisfare i nostri bisogni quotidiani.
Per questo l’Azienda Agricola Ricci Curbastro ha scelto di impegnarsi attivamente aderendo al progetto “DocciaLight”, installando economizzatori idrici su tutti i propri punti doccia e negli appartamenti dell’agriturismo.
L’economizzatore idrico o Erogatore per doccia a Basso Flusso (EBF) è un dispositivo studiato per miscelare l’acqua con particelle d’aria, permettendo così di risparmiare fino al 50% dell’acqua e dell’energia utilizzata per riscaldarla. Grazie all’introduzione di aria nel getto, gli economizzatori riducono la portata della doccia, conservando il medesimo confort.
Il risparmio atteso nella nostra azienda è pari a 52 m3 di acqua e 216 Kg di Co2 non immessa nell’ambiente, di gocce è fatto anche il mare!
Gallina romagnola (2001)
Una razza di polli in via d’estinzione: la Gallina Romagnola.
Un antico pollaio disegnato da un architetto.
Un progetto di salvaguardia genetica, a favore della biodiversità.
Un omaggio all’antenato Raffaele Ricci Curbastro.
Chiunque visiti il Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro e le cantine dell’azienda agricola Ricci Curbastro a Capriolo in Franciacorta non può non restare colpito dalla particolare struttura del pollaio dell’azienda stessa posto tra la portineria e la cantina.
Si tratta in realtà di una ben curiosa costruzione, a pianta esagonale che culmina con una torretta che svolge le funzioni di torre piccionaia e passeraia; una sorta di piccolo “castello turrito” dalla storia importante.
Nell’archivio dei Ricci Curbastro sono infatti conservati i disegni originali del progetto realizzato nel 1873 e 1874 dall’Arch. bresciano Antonio Tagliaferri e realizzato prima del 1878 quando compare per la prima volta sulle mappe catastali.
Nel 2001 con un paziente lavoro di restauro la struttura, tuttora utilizzata come pollaio, è stata riportata al suo iniziale splendore inclusa l’originale tinteggiatura “tricolore” forse voluta per ricordare le allora recentissime guerre risorgimentali.
L’allevamento dei piccioni, cui era destinata la torretta, rappresentava un’importante complemento all’economia della famiglia contadina cui, normalmente, si dedicavano le donne. I passeri invece rappresentavano una specie di dono della natura; abitualmente presenti intorno alle cascine per approfittare della loro protezione e presenza di cibo (pollai, granai ecc.), “ricambiavano” l’ospitalità fornendo nidiacei per succulenti spiedi.
Con il restauro del pollaio l’azienda agricola Ricci Curbastro ha voluto utilizzarlo anche per partecipare ad un importante progetto di salvaguardia di un nucleo di riproduttori di gallina Romagnola. Originaria della zona che comprendeva la Romagna con le province di Ravenna, Forlì, parte dell’Emilia con Bologna, estendendosi a Firenze, Arezzo, Pesaro, Urbino e la Repubblica di S. Marino, ossia in quello che fu l’Impero Romano chiamato Flaminia, era diffusa una razza primitiva di pollo piuttosto uniforme nei caratteri, di taglia un poco sotto la media, da alcuni definita il tipo perfetto della gallina di fattoria e per i campi estesi (Trevisani G., 1936).
La razza Romagnola ha scheletro ed ossatura fine, è robustissima, vivendo per lo più avvezza alle contrarietà dell’ambiente. Si riparava sugli alberi di alto fusto preferendoli alla clausura del pollaio.
E’ caratterizzata da una cresta semplice di grandezza media, diritta nel gallo e piegata nella gallina, di colorito rosso intenso, tessitura fine senza presenza di granulazioni. I bargigli sono alquanto sviluppati, gli orecchioni di forma ovale, piccoli, colore crema chiari, lisci, talvolta ombreggiati di blu specie nei soggetti giovani. I tarsi variano dal giallo puro al giallo maculato, al verdognolo ed al totalmente scuro. La livrea è alquanto varia come dimostrato anche dalle poche foto dell’epoca, ma si può supporre fossero comuni il mantello argentato il grigio “argento fiocchi neri”, rosso dorata “oro fiocchi neri”, bianco e perniciato. Il peso del gallo oscilla dai 2,0 ai 2,5 kg, 2,0 kg per la gallina. A quattro mesi i pulcini pesano circa 1,0-1,5 kg; la fetazione media annuale raggiungeva le 150 uova del peso medio di 60 g. La pelle varia di colore e può essere gialla o bianca.
Questa razza fu oggetto di selezione sia presso la Stazione Sperimentale di Pollicoltura di Rovigo, sia da parte dell’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Ravenna, che ottenne gruppi omogenei di varietà dorata e grigia.
La razza Romagnola, seppur meritevole di maggior considerazione , a causa della sua localizzazione geografica in zone da sempre votate all’allevamento avicolo, subì successivi incroci e fu poi completamente sostituita con razze più precoci e produttive (Pozzi G. 1961; Trevisani G., 1936; Pascal T., 1925; Ghigi A., 1930).
Recuperata recentemente, un piccolo nucleo è allevato in collaborazione con l’Università di Parma presso la Facoltà di Veterinaria.
Proprio da questo nucleo provengono gli esemplari a noi affidati per la continuazione della specie e la salvaguardia di un DNA tanto prezioso quanto raro ai fini della conservazione della biodiversità, con l’obiettivo di essere tra i protagonisti del ribaltamento di una situazione di rischio che l’umanità vive con i processi in atto di estinzione di specie animali e vegetali. Processi che stanno procedendo ad una velocità incontrollata.
Il progetto Gallina Romagnola nel pollaio Ricci Curbastro oltre che un atto dovuto verso un animale che da un paio di millenni accompagna la nostra vita è anche un omaggio a Raffaele Ricci Curbastro (nonno di Gualberto), illustre agricoltore Romagnolo che proprio con le sue selezioni avicole ottenne importanti riconoscimenti nelle Esposizioni Circondariali e Regionale Romagnola del 1903 e 1904.