Viticoltura Biologica

Le tre vite dell’albero

PERCORSO DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE, ECONOMICA ED ETICA

Da albero e barrique, da barrique a nidi artificiali costruiti dai detenuti dell’Istituto di Pena di Alessandria. Il ciclo virtuoso del legno all’insegna del recupero di persone e materiali.

Il legno di rovere di barili e barriques, che proviene da foreste demaniali francesi gestite in modo sostenibile, non è sempre facilmente riciclabile – i classici usi come tavolini o come fioriere scontano il limite di spazi spesso ridotti nelle abitazioni così come nei locali pubblici – e questo rischia di interromperne il ciclo virtuoso. Per noi in Ricci Curbastro si trattava di offrire a queste doghe di rovere una terza vita dopo la crescita in foresta che garantisce, grazie all’energia solare, lo “stoccaggio” nel legno dell’anidride carbonica così pericolosa per il riscaldamento globale e dopo l’uso per svariati anni come contenitore ideale per la maturazione dei nostri vini Franciacorta e Curtefranca.

Per avviare un processo di recupero di questo legname abbiamo aggiunto al concetto di sostenibilità ambientale ed economico il terzo pilastro, quello della sostenibilità etica. Le doghe dismesse, sapientemente lavorate nella falegnameria interamente gestita dai detenuti dell’Istituto di Pena di Alessandria sono state trasformate in nidi artificiali destinati ai vigneti aziendali per ospitare Cinciallegre, Codirossi e altri insettivori utili all’equilibrio naturale dei vigneti stessi andando quindi a chiudere un ciclo, quello del legno, nel più naturale dei modi.

Per questo scopo l’Azienda Agricola Ricci Curbastro ha attivato nel 2022 una collaborazione con la Cooperativa Sociale Idee in fuga, creata allo scopo di rendere produttivo il tempo dei detenuti dell’Istituto Penitenziario “Cantiello e Gaeta” di Alessandria. La falegnameria all’interno del carcere permette alle persone recluse di acquisire nuove competenze in grado di offrire opportunità di lavoro una volta terminata la pena ed è stata incaricata di produrre i nidi partendo dalle doghe.

I detenuti di Alessandria lavorano sei giorni su sette, affiancati dalla Polizia Penitenziaria e da esperti falegnami volontari con l’obiettivo di soddisfare ordini da tutta Italia recuperando materiali e promuovendo una economia circolare che utilizzi legno riciclato o scartato per difetti. Nel 2019 è stata anche avviata una falegnameria esterna per garantire ai detenuti in uscita di poter mantenere il rapporto lavorativo e garantirsi un reddito.

Dopo aver prodotto alcune decine di nidi artificiali per uccelli insettivori il progetto proseguirà studiando altri recuperi delle doghe.