Carbon Footprint

Carbon footprint

L’azienda Ricci Curbastro ha affrontato in modo concreto una delle questioni ambientali più urgenti del nostro tempo: il cambiamento climatico.

La nostra passione per l’agricoltura e l’ambiente nel quale produciamo i nostri Franciacorta e la responsabilità che sentiamo di avere verso le prossime generazioni richiedono che si affronti in modo concreto una delle questioni ambientali più urgenti del nostro tempo: il cambiamento climatico.
La necessità di mitigare i cambiamenti climatici rappresenta oggi una delle maggiori priorità ambientali per la gravità delle conseguenze che il riscaldamento globale ha sui sistemi ambientali, economici e sociali. Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione del mondo politico per il problema e sono stati messi in atto strumenti economico-finanziari per ridurre le emissioni. Nello stesso tempo è aumentata la sensibilità dei consumatori che orientano sempre di più le loro scelte verso prodotti più sostenibili dal punto di vista ambientale.
Ricci Curbastro vuole essere parte della soluzione riducendo la propria domanda di energia, così come investendo nelle energie rinnovabili e in tecniche agronomiche e produttive che riducano le nostre emissioni nell’ambiente.
Attualmente, perciò, calcolare le emissioni di gas serra per un’azienda costituisce non solo un’azione virtuosa per il miglioramento della propria immagine aziendale ma un vero e proprio elemento di competitività sul mercato. Anche l’Azienda agricola Ricci Curbastro si è interessata a calcolare le proprie emissioni di gas serra, carbon footprint, non per il rispetto di obblighi legislativi, ma come strumento volontario per rendere ancora più evidente il proprio impegno ambientale e migliorare ulteriormente le proprie azioni in questo senso.

CALCOLO DELLE EMISSIONI DI GAS SERRA O CARBON FOOTPRINT
Lo strumento più efficace riconosciuto dalla comunità scientifica per calcolare le emissioni di gas ad effetto serra in ambito volontario è la Carbon Footprint. Si intende con Carbon Footprint il totale delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas ad effetto serra (GHG Greenhouse gas) associate ad un prodotto, processo o servizio lungo tutto il suo ciclo di vita.
Esistono diversi approcci al calcolo delle emissioni di gas serra, che si differenziano in base all’obiettivo e al campo di applicazione dello studio e all’ampiezza dei confini considerati.
Il calcolo può essere effettuato estendendo i confini del sistema secondo uno dei seguenti approcci:

  • Approccio business-to-consumer: le emissioni di gas serra sono contabilizzate per l’intero ciclo di vita dalla fase di acquisizione delle materie prime e delle risorse naturali dall’ambiente, alla fase di produzione, alla fase di distribuzione, fino allo smaltimento finale;
  • Approccio business-to-business: le emissioni di gas serra sono contabilizzate fino all’uscita dai confini dell’organizzazione, includendo tutte le emissioni a monte.

Nel nostro caso si è applicato questo modello, più adatto ad una azienda come la nostra che è presente su 18 mercati mondiali.
Si è utilizzato il calcolatore “Ita.Ca®” riconosciuto a livello internazionale da FIVS e WFA.
Il calcolo delle emissioni di gas serra è stato effettuato a livello di organizzazione dell’intera Ricci Curbastro che è stata monitorata dal 2010, valutando le emissioni associate alla filiera produttiva come, ad esempio, i trasporti quotidiani dei dipendenti dalla loro abitazione verso l’azienda, le emissioni energetiche (combustibili di origine fossile quali il gasolio ed elettricità consumati), le emissioni non energetiche (la CO2 utilizzata nei processi produttivi, il protossido d’azoto, N2O, liberato con le concimazioni inorganiche, gli alocarburi quali i gas frigoriferi utilizzati nei gruppi di refrigerazione della cantina), gli acquisti di tutti i materiali, quali pali e fili per il vigneto, pneumatici, olio, lubrificanti per i trattori, prodotti fitosanitari, rinnovamento del parco barrique, prodotti enologici, prodotti d’igiene, consumi d’ufficio, i materiali pubblicitari, l’acqua e via dicendo. I materiali di imballaggio quali bottiglie, tappi, capsule, etichette, cartoni, film plastici e pallet. Infine i viaggi in auto o in aereo per le attività promozionali dell’azienda.

Le principali fonti di emissioni considerate sono quindi state le emissioni dirette: provenienti da sorgenti di proprietà dell’organizzazione o direttamente controllate da essa. Le emissioni indirette da consumo energetico derivanti dalla produzione di elettricità, calore o vapore importati dall’esterno. Le altre emissioni indirette: emissioni diverse dalle emissioni indirette da consumo energetico, che scaturiscono da sorgenti di gas serra di proprietà o controllate da altre organizzazioni.
Il calcolo della Carbon Footprint è condotto secondo approcci normati riconosciuti a livello internazionale. Attualmente lo standard più diffuso per il calcolo delle emissioni a livello di organizzazione è costituito dalla ISO 14064-1. Tale norma specifica i requisiti per la misurazione, il monitoraggio, la rendicontazione e la verifica delle emissioni e delle rimozioni di gas ad effetto serra (GHG) a livello di organizzazione, indicando come obbligatorio il conteggio delle emissioni appartenenti alle prime due fonti (dirette ed indirette da consumo energetico) e come facoltativo il calcolo delle emissioni della terza categoria (altre indirette).
Le norme ISO 14064 hanno lo scopo principale di apportare credibilità e garanzia (trust) ai processi di rendicontazione e monitoraggio dei GHG, in relazione alle dichiarazioni di emissione da parte delle organizzazioni e dei progetti di riduzione delle stesse.
La ISO 14064 (adottata e pubblicata come norma nazionale UNI ISO 14064) è suddivisa in tre parti che posso essere utilizzate separatamente o come un utile insieme di strumenti integrati per rispondere ai differenti bisogni in materia di dichiarazioni e verifiche delle emissioni dei gas ad effetto serra:
UNI ISO 14064 – 1. Dettaglia i principi ed i requisiti per progettare, sviluppare, gestire e rendicontare gli inventari di GHG a livello di un’organizzazione. Include i requisiti per determinare i confini di emissione dei GHG, quantificando le emissioni e le rimozioni di GHG di un’organizzazione ed identificando specifiche attività dell’organizzazione volte a migliorare la gestione dei GHG. Sono inoltre dettagliati i requisiti del sistema di gestione e la guida sulla gestione della qualità dell’inventario GHG, la rendicontazione, gli audit interni e le responsabilità dell’organizzazione nelle attività di verifica.
La norma è utile per progettare e gestire gli inventari di GHG a livello di organizzazione (1° parte), i progetti di riduzione delle emissioni/aumento delle rimozioni (2° parte) e per dare i requisiti e i principi per l’operato di quegli organismi che svolgono attività di verifica e validazione dei dati dichiarati (3° parte).

La Carbon Footprint ci ha consentito di individuare le fasi più critiche del ciclo di vita della nostra filiera produttiva per intervenire dove ciò risulti più efficace. Gli interventi di riduzione futuri riguarderanno, ad esempio:

  • riduzione dei consumi di materie prime e materiali ausiliari;
  • riduzione dei consumi di energia e combustibili fossili;
  • scelta di fornitori locali e promozione della filiera corta;
  • riciclo o riutilizzo dei prodotti.

La riduzione alla fonte delle emissioni dovrebbe costituire la misura prioritaria per la mitigazione dei cambiamenti climatici e preliminare per l’adesione a qualsiasi programma di gestione delle emissioni che si applicherà in futuro, noi della Ricci Curbastro ci siamo portati avanti, è una questione di passione per il nostro lavoro di vignaioli.

Il 1 Febbraio 2013 siamo stati certificati come conformi alla norma UNI ISO 14064-1:2006 con questi risultati:

  1. L’emissione media netta per bottiglia venduta nel 2010 è stata pari a -1,907 Kg CO2 equivalenti.
  2. L’emissione media netta per bottiglia venduta nel 2011 è stata pari a -2,599 Kg CO2 equivalenti.

Nel 2011 abbiamo in pratica sequestrato CO2 per l’equivalente dell’azione di oltre 5000 alberi, ovvero circa 18 ettari di bosco.
Possiamo affermare con piacere che bere una bottiglia di Franciacorta Ricci Curbastro fa anche bene all’ambiente, e vi invitiamo a condividere con noi azioni sempre più responsabili, per esempio riciclando il vetro di ogni bottiglia dopo averla bevuta.

Valoritalia Certificato n. 7693 il 01 febbraio 2013 UNI ISO 14064-1:2006