Colonnello Riccardo Ricci Curbastro (1892 – 1955)
“Il sottoscritto Augusto Scodellari Sottotenente della I Compagnia del I Reggimento Granatieri di Sardegna dichiara che il proprio Comandante di Reparto Capitano Riccardo Ricci Curbastro nell’azione svoltasi il 10 Agosto 1916 che portò all’occupazione del Monte S. Michele ed alla successiva avanzata attraverso il Vallone per la presa del Nad Logem nello scavalcare alcune trincee nemiche rimase ferito da arma da taglio (una baionettata austriaca ndr) al piede destro.
All’imbrunire dello stesso giorno, compiuto il primo sbalzo, i due Sigg. Comandanti di Reggimento, il Ten. Colonnello Cav. Fassò, l’allora Capitano Majoli, il Capitano Ricci Curbastro, il sottoscritto e altri Comandanti di Reparto fummo riuniti in prossimità di Case Cottici a prendere istruzioni per l’ulteriore avanzata Vallone-Nad Logem.
In quella riunione il sottoscritto rammenta perfettamente che il Comandante del 2° Reggimento Granatieri allora Colonnello Anfossi, saputa dal Ten.Colonnello Fassò la ferita già riportata dal Ricci Curbastro invitava quest’ultimo ad allontanarsi con queste testuali parole: “ Se ne vada Ricci, Sua Madre ha già dato un altro figlio alla Patria”. (Gian Gualberto Ricci Curbastro, morto eroicamente sul Podora l’11 Gennaio 1915 ndr).
A nulla valsero le pressioni del Colonnello Anfossi poiché il reparto del Ricci Curbastro destinato a compiere il servizio d’avanguardia del Reggimento nel Vallone e quindi sulle pendici del Nad Logem, eseguì il suo mandato brillantemente arrivando di sorpresa all’alba del giorno 11 alla prima linea di difesa nemica.
Fu dopo la conquista di questa trincea nemica che il Ricci Curbastro venne nuovamente ferito da pallottola esplosiva al dorso (uno schrapnels austriaco, ndr), ferita che lo costrinse ad abbandonare il posto di combattimento per essere ricoverato all’ospedale.”
S. Tenente Augusto Scodellari
Riccardo Ricci Curbastro, nato a Lugo di Romagna (Ravenna) il 18 Febbraio 1892, morto a Roma il 22 Luglio 1955 era figlio di Raffaele e della Contessa Giovanna Manzoni.
Allievo Ufficiale alla Scuola Militare, nel 1911 viene nominato Sottotenente del 2° Reggimento Granatieri di Sardegna il 23 Febbraio 1913. Nel Gennaio del 1914 durante vari voli al campo di Centocelle (Roma), ove si esercitavano i primi piloti d’aereo italiani, fu colpito da una grave pleurite che tuttavia non gli impedì di combattere tutta la Prima Guerra Mondiale rimanendo ferito due volte, per queste azioni fu insignito della Croce al Merito di Guerra.
Nel 1919 fu nuovamente inviato in “zona di guerra” con il 1° Reggimento Granatieri di Sardegna durante la crisi internazionale dovuta alla Impresa di Fiume di Gabriele D’Annunzio e dei suoi legionari.
Trasferito al Ministero della Guerra si trovò isolato a Roma il l° Settembre del 1943 cominciando così una lunga “fuga” per raggiungere la famiglia già nel Nord Italia. Ricercato dalla Repubblica di Salò sfuggi per due anni ai fascisti vivendo a Capriolo con il nome di Passoni, l’antenato che costruì la Villa Evelina.
Il 2 Giugno 1946 lasciò il servizio attivo per non prestare giuramento alla neonata Repubblica Italiana.
Da allora si occupò di agricoltura compiendo anche nell’azienda di sua moglie Evelina Lantieri de’ Paratico in Capriolo importanti innovazioni quali la realizzazione della nuova cantina ed un avveniristico, per i tempi, impianto di irrigazione a pioggia.
I postumi degli antichi traumi militari lo uccisero a soli 63 anni nel 1955.